Numerose testimonianze archeologiche ci dicono che già a partire dal I secolo a.C. il territorio era stato occupato dai Romani, grazie alla realizzazione di una importante rete stradale che da Aquileia conduceva a est. Un tratto di essa (1), che attraversava il territorio di Staranzano in vicinanza della villa [2], si dirigeva verso Tergeste (Trieste).
Questa via si raccordava ad altre direttrici viarie nei pressi dell’odierna Ronchi dei Legionari dove un ponte lungo oltre 200 metri attraversava un antico alveo dell’Isonzo (3).
La strada che da qui proseguiva verso Tergeste valicava su un ponte di pietra il fiume Locavaz (4). Su di essa sorgeva, presso le foci del Timavo, la villa del Randaccio (5), un punto di sosta per i viaggiatori (mansio).
Il territorio era caratterizzato da una fitta serie di insediamenti di tipo residenziale e produttivo, attivi tra la metà del I secolo a.C. e gli inizi del III secolo d.C., di cui oggi rimane visibile ben poco.
Lungo la costa, allora più arretrata di oggi, sorgevano numerose ville, talvolta dotate di approdo. Le principali sono state individuate a Monfalcone in via dei Bagni Nuova (6), in località Marcelliana (7), in via delle Mandrie (8), in via Colombo (9), presso l’impianto ENEL (10), in località Tavoloni (11) e sull’isola detta della Punta, prospiciente l’antica linea di costa, dove è stata rinvenuta pure un’imbarcazione (12). Nell’area si trovava anche un impianto termale (13). L’isola è ora inglobata nella terraferma.
Nell’entroterra, invece, le ricerche archeologiche hanno individuato alcune ville rustiche (oggi le chiameremmo tenute agricole) collocate lungo le principali direttrici terrestri e fluviali, come la villa di Staranzano (detta “della liberta Peticia”) e la villa di Ronchi dei Legionari (14). Altre ne esistevano nel territorio di San Canzian d’Isonzo, come quella di Casale Rondon (15) e quella del Gorgat (16).